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BackPackers or RollPackers?!

Sapete cosa significa Backpackers? Letteralmente: impacchettati sulla schiena, in un concetto un po’ più ampio vuol dire viaggiatori zaino in spalla! Oppure “Esploratori”, per quando il mondo non era ancora conosciuto. In queste righe voglio esprimere la mia personale opinione riguardo il mutamento che il viaggio e il viaggiatore hanno subito. 
In primis vorrei sottolineare la natura faticosa dell’intraprende un viaggio, la fatica è insita nello spostarsi. La si deve mettere in conto. Sudore, energie, acciacchi, dolori, sono tutte parole che DEVONO entrare a far parte del vostro “travel-dictionary”.
Se non vi sono, mi spiace ma non meritate l’appellativo di Backpackers.
Siete dei turisti…,lasciate che vi spieghi la sostanziale differenza tra il turista e il viaggiatore/esploratore.
Il primo intende il viaggio come uno spostamento, l’arrivare da un punto A ad un punto B, fregandosene di quella linea retta che intercorre tra i due punti, la quale il più delle volte è un zigzag, un bel zigzag, ed è eccitante proprio per questo.
Una volta arrivato in loco, il turista, non tenta di sprofondare nella cultura d’arrivo, ma bensì se ne sta distante. Giusto qualche approccio per dover mangiare o qualche escursione guidata per scattare la nostalgica fotografia o quel che é peggio, per documentare la sua impresa da Cristoforo Colombo del 20* secolo. 
Quello che invece caratterizza il viaggiatore/esploratore (continuo ad usare la parola “esploratore” con un gran senso di rispetto verso questa figura) é la voglia di sentirsi “perso”, il non avere certezze, essere un libro bianco in attesa di essere riempito dalle esperienze vissute nei suoi viaggi.
Il viaggio è sempre stata una forte passione. Un treno, un aereo, un auto non ha importanza il mezzo, l’importante é spostarsi. Ovviamente, ed é quasi scontato per ognuno, l’eccitamento é proporzionale al mezzo preso ed ai chilometri percorsi.
Più ci si allontana dal proprio paese di origine e più la differenza culturale aumenta. Più lo scarto culturale si fa grande e più la nostra tolleranza è messa alla prova. 
Conoscere nuove culture é sicuramente un modo per conoscere chi o cosa é diverso da noi, ma in realtà si tratta di una cartina tornasole per sapere se veramente conoscevamo noi stessi. Ci si mette alla prova. Si affrontano nuove sfide. 

BackPack

Ma proprio quando ero quasi alla fine di questo mio piccolo sfogo, un’amica, esploratrice emozionale, cosi la chiamo, visto che a suo avviso non vi sono più territori da scoprire ma bensì solo emozioni da coltivare, mi ha dato altri spunti da integrare a questo mio piccolo “viaggio mentale”.

 Un punto era il seguente, trolley o non trolley. I viaggi compiuti dalla maggior parte delle persone del giorno d’oggi avvengono appunto senza “fatica”.. Ovvero, perché compiere viaggi lunghi, spostamenti massacranti con 25-30 kg sulle spalle solo per incarnare quello spirito oramai morto dell’esploratore?
Molto meglio avere due ruote sotto il proprio bagaglio per non dover sudare ed ancora meglio se le ruote sono 4.. o perché no, un portantino!? Chiamato anche sherpa se mai vi trovaste in Tibet!Militari

Il succo del discorso praticamente era smontare la mia visione romantica e forse anacronistica del viaggio. Come non vi sono più luoghi da esplorare non vi è neppur ragione di continuare a faticare.
Ecco il punto dello scontro.

Se proprio voglio visitare le foreste nella periferia di Bangkok, faccio una cernita nel mio trolley che resterà in camera, preparo il mio piccolo zainetto, prenoto un’escursione nell’agenzia sotto l’ostello, 7.30 del mattino si parte.
Tutto organizzato nel dettaglio senza più incognite ne imprevisti. Forse é proprio vero che il viaggio é cambiato e che l’esploratore si è trasformato. 

 

 

Ma ahimè vi sono ancora persone mosse da quella sensazione di precarietà e voglia di scoprire.trolleyEcco che allora mi rallegro di non essere l’unico a voler faticare a gratis e leggo volentieri d’imprese compiute da uomini che semplicemente come me non accettano questo cambiamento! 
Che sia un viaggio a piedi, su due ruote o in kayak…, credono ancora ad una visione romantica e s’impegnano per mantenerla viva!

Forse si tratta solamente di una mia nostalgica forza che si ostina a non voler abbandonare e dimenticare tempi, luoghi e gesta che ho sempre ammirato e preso ad esempio. Carico il viaggio di attributi forse troppo “alti”.

A mio avviso non si tratta semplicemente di staccare dalla propria quotidianità, ma bensì seguire quella curiosità che ha portato e porta l’uomo ad accrescere.
Allora, preparo il mio Backpack con il necessario e senza appesantirlo d’inutilità. Abbandono la routine e cerco le strade più scomode e faticose. Lascio a casa le guide e m’informo dalla gente del posto.


I luoghi saranno anche già stati tutti esplorati e la professione dell’esploratore oramai sparita, ma si è sempre in tempo per fare gli esploratori di se stessi e testare i propri limiti…

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8 commenti per “BackPackers or RollPackers?!”

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